Implicazioni pastorali della Lumen gentium

Abstract

Il Vaticano II ha voluto essere un “concilio pastorale”. Il modo di intendere quest’affermazione ha però suscitato una grande dibattito, tra i vescovi durante i lavori conciliari, e dopo, nell’interpretazione dei teologi. L’articolo parte da aspetti relativi alla pastoralità conciliare, elencandone alcune caratteristiche. Si sofferma quindi sulla costituzione Lumen gentium. Pur ritenendo che essa rappresenta il documento conciliare cui meno si adatta l’attributo pastorale, lo scopre nella finalità pratica e nel progetto di nuova autocomprensione della Chiesa. Ciò è dimostrato attraverso l’analisi di tre contributi: la tipologia di Chiesa, la coscienza storica, la partecipazione corresponsabile. Concludendo, si ritiene che, senza essere un testo di ecclesiologia pastorale, la Lumen gentium s’inserisce a pieno titolo in questa svolta epistemologica, dicendo non solo “cos’è”, ma “come” essere e vivere la Chiesa.

Vatican II wanted to be a “pastoral council”. However, the way of understanding this statement has sparked a great debate: among the bishops, during the conciliar works, and afterwards, in the interpretation of the theologians. The article starts from aspects related to interpretations of the pastoral care of the Vatican II Council, lists some of its main features. He then focuses on the constitution Lumen gentium. Moreover, while it believes that it represents the conciliar document to which the pastoral attribute is least suited, he discovers it in the practical purpose and in the project of new self-understanding of the Church. This is demonstrated through the analysis of three contributions: the type of Church, historical consciousness, co-responsible participation. In conclusion, it is believed that, without being a text of pastoral ecclesiology, Lumen gentium is fully inserted in this epistemological turn, saying not only “what it is”, but “how” to be and to live the Church.