I giusti e quanti si ritengono tali. Analisi narrativa di Luca 15,1-10

Abstract

Le due coppie che aprono il cap. 15 di Luca, pubblicani e peccatori da una parte e farisei e scribi dall’altra, con i loro rispettivi atteggiamenti nei riguardi di Gesù, inducono un confronto tra Lc 15,1-10 e Lc 5,27-32, dove le stesse coppie compaiono per la prima volta. Viene esaminata l’identità dei giusti nel Vangelo di Luca, per metterla a confronto con la coppia dei farisei e degli scribi. Al termine dell’indagine si comprende che, se all’inizio si poteva essere indotti a identificare i giusti con i farisei e gli scribi, ciò invece non è possibile. Il lettore, infatti, scopre che anche costoro hanno bisogno di accogliere la chiamata di Gesù alla conversione. D’altra parte, se la denuncia da parte di Gesù mette in luce il motivo del loro rifiuto (Lc 11,37-54), il discorso parabolico di Lc 15,3-10 dimostra la sua tenace volontà di rinnovare l’invito perché anch’essi diventino come quel «peccatore che si converte» (15,7).

There are two groups of people at the start of chapter 15 of the Gospel of Luke: publicans and sinners on the one hand, and Pharisees and scribes on the other. These, with their respective attitudes towards Jesus, induce a comparison between Lk 15,1-10 and Lk 5,27-32, where the same two groups appear for the first time. The identity of the righteous is examined in Luke’s Gospel, in order to compare it with the pairing of Pharisees and scribes. The result of the comparison is such that even if one was tempted at the beginning to identify the Pharisees and the scribes with the righteous, at the end this is not possible. The reader, in fact, discovers that they too need to accept Jesus’ call to conversion. On the other hand, if Jesus’ condemnation highlights the reason for their rejection (Lk 11,37-54), the parable speech of Lk 15,3-10 shows Jesus’ tenacious will to renew the invitation to them so that they too may become like that «sinner who is converted» (15,7).