Un nuovo umanesimo a partire dall’altro. La sfida di un’ontologia della solidarietà
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Abstract
L’esigenza di un nuovo umanesimo nasce dalla percezione di un malessere che ormai condiziona fortemente la nostra società occidentale. Percepiamo una criticità che ci sollecita a percorrere altre strade. Probabilmente ciò è dovuto alla radicale crisi antropologica che stiamo attraversando; una crisi antropologica che permette di comprendere il perché della crisi di valori politici condivisi, di valori sociali, di valori culturali e infine anche il perché di una radicale e drammatica crisi etica. L’aspetto più sconcertante, se non addirittura comico, in tutto ciò è dato dall’assunzione dell’ottica tecnologica che parla sempre più frequentemente del postumano. È vero, come direbbe Günther Anders, che l’uomo è “antiquato”. […] L’umanesimo del “per-l’altro” si presenta nella concretezza del superamento di una cultura ego-centrata, per divenire umanesimo dell’accoglienza, dell’ospitalità, della prossimità, un umanesimo della solidarietà. Al di là e al di fuori di ogni retorica, il filosofo che si richiama all’esperienza cristiana ha oggi il dovere di elaborare nuovi modelli antropologici che rendano possibili nuove istituzioni, in primis una nuova concezione della giustizia e del riconoscimento, in cui ogni essere umano sia in grado di elaborare il proprio senso d’essere profondo. Si tratta di dare alla storia nuove chances, nuove dimensioni di speranza che illuminino l’assenza di senso che oggi attanaglia l’umano.
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