A proposito di liberalizzazione dei mercati. Libera circolazione dei capitali e responsabilità morale
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Abstract
In occasione delle ricorrenti crisi valutarie e finanziarie, che in maniera più o meno violenta incidono sulla vita di intere popolazioni, si torna spesso a riflettere sulle regole da offrire ai mercati. Si pensi alle riflessioni sull’opportunità di regolamentare le operazioni finanziarie e ai dibattiti sulla responsabilità verso le nuove e le future generazioni. Nelle crisi, gli Stati si sono rivelati inadeguati ad affrontare da soli le conseguenze del riconoscimento alla libera circolazione dei capitali. Spesso l’elemento ricorrente nelle crisi valutarie e finanziarie è proprio la fragilità degli Stati, che, con eccessive quote di debito contratte – in valuta estera, nel caso delle crisi valutarie – espongono le loro economie a fenomeni speculativi. Anche in Paesi della zona euro (si veda il recente caso della Grecia, ma non solo), il meccanismo di reperimento dei capitali per finanziare la spesa porta a pesanti conseguenze sulle persone; su tutte l’insicurezza lavorativa e sociale. Il problema della governance dei movimenti di capitali – inquadrato solitamente nei capitoli dell’economia che studiano il collocamento delle risorse per finanziare i progetti di sviluppo dei Paesi – deve dunque tener conto anche delle situazioni debitorie, che possono diventare di crisi quando i capitali diventano difficilmente reperibili.
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