La Chiesa come communio. Primo approccio all’ecclesiologia di Walter Kasper
Contenuto principale dell'articolo
Abstract
La proposta ecclesiologica del cardinal Walter Kasper, unanimemente annoverato tra i massimi teologi viventi, è da cima a fondo incentrata sulla categoria teologica di communio, che ne rappresenta al contempo il principio ispiratore e il tema unificante. Lo dimostrano in modo inequivocabile due recenti saggi, entrambi dedicati alla dottrina della Chiesa, apparsi a poca distanza l’uno dall’altro: Die Kirche Jesu Christi. Schriften zur Ekklesiologie I, Freiburg/Br. 2008, e Katholische Kirche. Wesen – Wirklichkeit – Sendung, Freiburg/Br. 2011. Non stupisce, in tal senso, che Kasper abbia addirittura intitolato «In cammino verso un’ecclesiologia della communio» l’autobiografia posta in apertura al primo dei due saggi in questione. Il cardinale precisa colà che l’idea di interpretare l’ecclesiologia a partire dalla categoria della communio risale al periodo immediatamente precedente al sinodo straordinario dei vescovi del 1985, al quale fu chiamato da Giovanni Paolo II in qualità di segretario speciale. In quell’occasione, in cui si rifletteva sul Vaticano II e la sua recezione a vent’anni dalla conclusione dell’assise conciliare, Kasper realizzava non solo che «la communio è il motivo ecclesiologico dominante del Concilio», ma pure che «l’ecclesiologia della communio sta sullo sfondo di tutte le immagini bibliche che descrivono l’essenza della Chiesa». […] Un ulteriore, e fondamentale, elemento distintivo dell’ecclesiologia di Kasper è infine l’assoluta concentrazione sulla lezione conciliare. Il Vaticano II è insistentemente indicato come «permanente saldo punto di riferimento» e i suoi documenti come «una bussola per il cammino verso il futuro nel nuovo secolo e nel nuovo millennio». Il Cardinale non perde occasione per “difendere” il Concilio: se dopo di esso si è prodotta una crisi all’interno della Chiesa, essa va imputata non all’evento conciliare in sé, ma a quelle interpretazioni parziali e tendenziose che hanno da ultimo finito per congelarne la recezione. Soprattutto, si deve affermare che il Concilio non ha affatto voluto segnare una rottura con il passato, ma «una continuità accompagnata da un rinnovamento creativo».
##plugins.themes.bootstrap3.displayStats.downloads##
Dettagli dell'articolo
Fascicolo
Sezione
Questo volume è pubblicato con la licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.