Dire Dio oggi

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Dario Vitali

Abstract

«Dire dio oggi». Il titolo del presente contributo richiama una questione assai complessa, particolarmente avvertita nell’attuale koiné teologica e culturale. Peraltro, il tema non è facile da circoscrivere: la materia che tenta di accostare è in continuo movimento e si lascia cogliere solo in superficie, sempre soggetta a clamorose smentite sulla fine certa o sul ritorno presunto di dio nell’orizzonte di vita dell’uomo contemporaneo. A complicare la questione interviene poi l’alto tasso di ideologizzazione che accompagna qualsiasi rilettura del discorso su dio nel contesto attuale; rilettura che sembra risolversi sempre in una opinione di parte, comunque impugnabile dal fronte avverso. E però si tratta di una sfida con la quale siamo chiamati e in un certo senso obbligati a misurarci, pena l’impossibilità di «rendere ragione della speranza che è in voi» (1Pt 3,15). Senza voler tentare una disamina delle tante posizioni che la letteratura – teologica e non – offre sull’argomento, vorrei tentare un percorso che, a partire dalla lettura dell’oggi inteso come contesto culturale radicalmente mutato, riesca a cogliere le possibilità e le condizioni per «dire» o «ri-dire Dio» all’uomo contemporaneo nel tempo della globalizzazione. L’articolo, pur non entrando direttamente nella questione sollevata dall’ultimo Sinodo dei Vescovi sulla «nuova evangelizzazione», può costituire un contributo in quella direzione.

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