Il testo biblico come evento comunicativo
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Abstract
Il mio contributo potrebbe essere presentato con le parole della Dei Verbum, 12: nella Sacra Scrittura «Dio ha parlato per mezzo di uomini alla maniera umana». Questo meraviglioso incipit (che è, del resto anche l’inizio della Bibbia ebraica come lo è del Vangelo di Giovanni e della Lettera agli Ebrei…) dice non solo che Dio si rivela parlando, entrando in comunicazione con l’uomo, ma che parla con gli uomini nel loro linguaggio. Lo studio della comunicazione umana diventa dunque essenziale per la comprensione delle Scritture e lo studio del testo biblico non può sfuggire a questa regola. Alla luce di ciò si potrebbe dire che il testo biblico è una “comunicazione divina cristallizzata in parole umane” oppure un “messaggio di salvezza codificato”, che l’interprete deve avvicinare con rispetto e competenza «per capir bene ciò che Egli ha voluto comunicarci» (DV 12). Sulla base di questa premessa, vorrei allora parlare dell’interpretazione del testo – e in modo peculiare del testo biblico – alla luce dell’evento comunicativo che avviene al momento della lettura.
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